Apre oggi al pubblico la 13esima edizione della mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia: “Common Ground” porta la firma del grande architetto britannico David Chipperfield.
Il direttore della Biennale di Architettura ha spiegato alla stampa di non voler unire sotto l’etichetta di un unico tema tutti i contenuti, perché “il senso della mostra viene dato dalle singole costruzioni, prese una a una” e così il “piano comune” del titolo parla delle “differenti posizioni, delle differenti anime che si uniscono” sotto il vasto tetto dell'architettura contemporanea.
“Con la scelta di questo tema ho inteso stimolare i miei colleghi a reagire alle prevalenti tendenze professionali e culturali del nostro tempo che tanto risalto danno alle azioni individuali e isolate. Ho voluto incoraggiarli a dimostrare, invece, l’importanza dell’influenza e della continuità dell’impegno culturale, a illustrare idee comuni e condivise le
quali costituiscono la base di una cultura architettonica.”
Molti progetti presentati in mostra sono stati pensati appositamente per la Biennale e presentati nei formati più svariati: plastici, elaborati cartacei installazioni, allestimenti interattivi, video, rappresentando così le varie forme che può assumere il progetto architettonico oggi.
“Agli architetti non ho chiesto cosa fanno, ma qual è il contributo che danno all'architettura. Perchè abbiamo bisogno degli architetti, ma questa è un'esposizione di architettura e non di architetti” spiega alla stampa Chipperfield. “La nostra non vuole essere un'esibizione didattica, ma la testimonianza che l'architettura, oggi, è testimone delle tante differenze geografiche, con modi molto diversi di interpretarla che portano a progetti non meno forti”.
Oltre alle 55 partecipazioni nazionali, tra cui quattro paesi che vi partecipano per la prima volta (Angola, Kuwait, Repubblica del Kosovo e Perù), vi ricordiamo che ci sono anche 18 Eventi Collaterali, selezionati da David Chipperfield ed approvati dal CdA della Biennale.
Il direttore della Biennale di Architettura ha spiegato alla stampa di non voler unire sotto l’etichetta di un unico tema tutti i contenuti, perché “il senso della mostra viene dato dalle singole costruzioni, prese una a una” e così il “piano comune” del titolo parla delle “differenti posizioni, delle differenti anime che si uniscono” sotto il vasto tetto dell'architettura contemporanea.
“Con la scelta di questo tema ho inteso stimolare i miei colleghi a reagire alle prevalenti tendenze professionali e culturali del nostro tempo che tanto risalto danno alle azioni individuali e isolate. Ho voluto incoraggiarli a dimostrare, invece, l’importanza dell’influenza e della continuità dell’impegno culturale, a illustrare idee comuni e condivise le
quali costituiscono la base di una cultura architettonica.”
Molti progetti presentati in mostra sono stati pensati appositamente per la Biennale e presentati nei formati più svariati: plastici, elaborati cartacei installazioni, allestimenti interattivi, video, rappresentando così le varie forme che può assumere il progetto architettonico oggi.
“Agli architetti non ho chiesto cosa fanno, ma qual è il contributo che danno all'architettura. Perchè abbiamo bisogno degli architetti, ma questa è un'esposizione di architettura e non di architetti” spiega alla stampa Chipperfield. “La nostra non vuole essere un'esibizione didattica, ma la testimonianza che l'architettura, oggi, è testimone delle tante differenze geografiche, con modi molto diversi di interpretarla che portano a progetti non meno forti”.
Oltre alle 55 partecipazioni nazionali, tra cui quattro paesi che vi partecipano per la prima volta (Angola, Kuwait, Repubblica del Kosovo e Perù), vi ricordiamo che ci sono anche 18 Eventi Collaterali, selezionati da David Chipperfield ed approvati dal CdA della Biennale.